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Un viaggio destinato alla scoperta di un'umanità giuliva, libera dai vincoli del privilegio

Immagine del redattore: Delia Habiba CisseDelia Habiba Cisse

Donna libera dalle catene dell'ingiustizia
@Creative Commons
di Delia Habiba Cissé

Ogni vittima delle violazioni dei diritti umani porta con sé una storia che deve essere ascoltata, per costruire una memoria collettiva che impedisca l'oblio e favorisca la giustizia – Luis Diac* 


Verità, giustizia e riconoscimento – questi sono i pilastri che onorano la giornata di oggi. Una giornata che è volta a riconoscere le ingiustizie praticate dall’umanità, quel tipo di ingiustizie per cui si perde, e molto spesso si soffre, quel tipo di ingiustizie per cui, chi le pratica l’umanità l’ha persa, quel tipo di ingiustizie per cui le lacrime scorrono e hanno un sapore amaro perché il movente del dolore è ufficialmente ignoto, ma noto al cuore ed impunito.

 

Oggi è la Giornata Internazionale del Diritto alla Verità in relazione alle Gravi Violazioni dei Diritti Umani e per la Dignità delle Vittime.


La data del 24 marzo è stata scelta in onore della scomparsa di Óscar Arnulfo Romero, arcivescovo di El Salvador che, a seguito della morte di un suo amico sacerdote nel 1977, comprese l’importanza di denunciare atti di violenza e ingiustizia. La sua voce si scontrava contro quella di un governo sanguinario, basato sulla milizia, che utilizzava la tortura per attaccare gli oppositori e disprezzare i poveri. La sua morte ha segnato l’inizio di una serie di azioni che hanno portato a sottolineare l’importanza di alcuni pilastri delle scienze sociali, concetti che si sono evoluti nel tempo: giustizia, verità e riconoscimento.

 

La giustizia, ad esempio, non è univoca e universale, i cambiamenti occorsi a livello temporale e geografico confermano questa teoria**. E' un concetto che, come molti, diverge in ognuno/a di noi. Indipendentemente dal periodo storico o dal contesto politico in cui ci si trova, l’essere umano ha la propensione a contestare l’esistente e proporre dei modelli alternativi.


Spesso, le violazioni che ritroviamo oggi in ambito di diritti umani sono anche il risultato del fallimento del sistema nel prevenirle, nel prendere le giuste misure e nel sostenere adeguatamente le vittime. Per comprendere il funzionamento di un sistema è necessaria la verità. Cosa è successo? Quali fattori hanno influenzato la sussistenza del fatto?

Si pensi alla storia di Palmina Martinelli, una quattordicenne di Bari che nel 1981 fu bruciata viva perché non voleva prostituirsi. Nonostante la terribile violenza subita, con grande lucidità ha lottato per sopravvivere e, con i suoi ultimi respiri, ha indicato chiaramente i colpevoli, che però sono stati assolti. Il sistema ha tradito una povera ragazza vittima di regole patriarcali, e ha preferito delle regole non scritte che talvolta uccidono nei modi più brutali.

Si pensi a Stefano Cucchi, vittima del sistema carcerario.

La verità era, ed è tutt'ora necessaria per denunciare i malfunzionamenti presenti nel sistema, che dilagano poi nelle società, nelle istituzioni, fino ad arrivare anche nelle nostre case.

I casi - diversissimi tra loro - di Martinelli, Cucchi e Romero, così come quelli di tutte le vittime, meritano riconoscimento: bisogna ricordare chi erano queste vittime e quali regole non scritte hanno decretato la loro fine.

 

Che sia un sistema di stampo sociale, come quello patriarcale, o di stampo politico, come la corruzione, è necessario che giustizia venga fatta, che le vittime vengano riconosciute e che la verità venga divulgata. A livello accademico è compito della criminologia, sociologia, antropologia e di tutte le altre scienze fare un lavoro interdisciplinare e coniare i modelli che possano aiutare nella prevenzione, ma ad oggi non esiste un sistema perfetto.

 

Vorrei terminare invitando il/la lettore/ice ad una riflessione: la realtà che stai vivendo è frutto di politiche molto complesse e dinamiche che si sono evolute nel tempo, potresti essere proprietario della tua vita, avere la possibilità di poter scegliere qualsiasi cosa, trovarti nel posto in cui vorresti e stare con le persone con cui vorresti essere. A differenza tua però, le persone che ricordiamo oggi non hanno più questo privilegio, anche se soggette alla stessa legge a cui sei soggetta/o tu.

Caro/a lettore/ice, sappi che alcune regole non sono scritte ed è proprio per quello che a volte i colpevoli non hanno nome. Il modo in cui pensiamo, comunichiamo e agiamo ha un potere che influenza fortemente le nostre comunità, e da ciò dipendono anche le modalità tramite cui vengono considerati i diritti umani. Non esistono diritti di serie “a” e di serie “b”, i diritti sono diritti.



*Attivista per i diritti umani.

**Nel diritto romano arcaico delle dodici tavole, il diritto vigeva sulla legge del taglione, il famoso ‘occhio per occhio, dente per dente’. Ci sono stati vari cambiamenti, tali per cui alla fine del XVIII secolo venne introdotta l’incarcerazione, emersero poi le prime teorie che contestavano il concetto di prigione e anche teorie che condannavano la tortura e la pena di morte.



Fonti:


Cavadino, M. and Dignan, J., 2005. Penal systems: A comparative approach.

Film 'sulla mia pelle'

Newburn, T. (2017) Criminology. Taylor & Francis.

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