Tutti veniamo al mondo con caratteristiche che ci differenziano: la diversità è insita nella vita stessa e non deve essere giudicata, va apprezzata, accettata e rispettata. Si tratta di comportamenti basilari che non richiedono dispendi di energia e che sono essenziali affinché vengano rispettate la dignità e la libertà umane, presupposto fondamentale affinché ci sia una coesistenza pacifica all'interno della società. Eppure non per tutti sembra così semplice.
Episodi di intolleranza nei confronti di chi non rientra nell'idea di "normalità" dominante sono purtroppo all'ordine del giorno e dunque risulta più che necessario un intervento affinché tali episodi vengano arginati ed eventualmente condannati.
In questi giorni si parla molto del Ddl Zan, un disegno di legge approvato alla Camera a novembre 2020, che condanna atti di violenza verbale e fisica per matrice omotransfobica, sessista e abilista. Fedez, Elodie e Mahmood si sono pubblicamente schierati a suo favore. Il Ddl Zan prevede multe e/o reclusione non solo nel caso di atti di violenza effettiva ma anche nei casi di istigazione a tali comportamenti discriminatori. Prevede, inoltre, lo stanziamento di risorse finanziarie per realizzare eventi di sensibilizzazione affinché vengano contrastate omotransfobia, misoginia e abilismo attraverso l'educazione.
L'approvazione effettiva di tale Ddl in Senato, appare dunque di fondamentale importanza per una società più inclusiva. Eppure sono diverse le opposizioni da parte di alcune forze politiche che sembrano preoccuparsi esclusivamente per la possibilità del riconoscimento di diritti maggiori alla comunità LGBTQI, trascurando la condanna del Ddl anche verso comportamenti sessisti e abilisti.
La tesi principale degli oppositori è che con l'entrata in vigore di tali misure andrebbe ad essere istituito un "reato di opinione" ed io mi chiedo: è definibile "opinione" non riconoscere le libertà e la dignità altrui? O sarebbe meglio definire tale atteggiamento "discriminazione"? Occorre inoltre specificare che all'interno del Ddl è espresso chiaramente che non viene ad essere condannata la libertà di opinione purché essa non comporti un "concreto pericolo del compimento di atti discriminatori o violenti".
Perché non si dovrebbe sentire il bisogno di condannare chi si macchia di atti discriminatori per questioni legate alla natura dell'essere umano? Fortunatamente all'interno del nostro ordinamento sono già presenti specifiche leggi che condannano la violenza di matrice razzista: aggravano la loro posizione coloro che ingiustamente si scagliano su soggetti per caratteristiche che - proprio come l'omosessualità, l'identità di genere o la disabilità - non derivano da una scelta arbitraria.
Non sarebbe giusto attivarci per proteggere anche tutti gli altri soggetti vulnerabili? Perché non cercare di aiutare, attraverso delle leggi apposite, soggetti che sono e che potrebbero ancora essere attaccati per la propria identità? E' questo che il Ddl Zan propone.
Il rispetto della dignità e della libertà altrui non può più aspettare. È tempo di agire.
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