
di Aurora Pirri
Mi chiamo Aurora, ho 15 anni e - forse vi sembrerà strano - mi piace tantissimo andare a scuola.
Per molti e molte di noi, lo studio è un’attività quotidiana, a volte vissuta come un obbligo oppure una fatica. Ma cosa accadrebbe se ci venisse negata questa possibilità? Basti pensare che in molte parti del mondo, milioni di persone, soprattutto bambine e donne, non possono avere accesso all’istruzione a causa di ostacoli generati da regimi oppressivi, dalle guerre o dalla povertà estrema.
Studiare non è solo un modo per ottenere conoscenze, ma anche libertà e autonomia in modo da potersi emancipare da situazioni di discriminazione o dipendenza. In Occidente lo diamo per scontato, ma in molti Paesi rappresenta un lusso o anche un atto di ribellione. In Afghanistan, ad esempio, alle ragazze è stato vietato di frequentare le scuole superiori e le università. In altre nazioni, come il Sud Sudan o il Niger, la povertà e i matrimoni precoci impediscono a milioni di bambini di ricevere un’istruzione. In Pakistan, Malala Yousafzai, attivista pakistana e premio Nobel per la pace, è stata vittima di un attentato per aver difeso il diritto all’istruzione delle ragazze. La sua storia è solo una delle tante che dimostrano come l’accesso allo studio non sia un diritto garantito ovunque.
Molti studi, infatti, dimostrano che l’istruzione migliora la qualità della vita, e che le persone con un livello di istruzione più alto hanno maggiori possibilità di accedere a cure sanitarie, trovare lavoro e migliorare la propria condizione sociale. Inoltre, diminuisce la povertà e riduce le disuguaglianze di genere: nei Paesi dove le donne hanno accesso all’istruzione, il tasso di matrimoni precoci e di violenza domestica si abbassa drasticamente.
Chi ha il privilegio di studiare deve avere consapevolezza che ciò che per noi è semplice e ordinaria routine, per altri/e è un sogno irraggiungibile. Ciò può e deve farci capire che lo studio non deve essere inteso come un peso, ma come una straordinaria opportunità di crescita e libertà. In questo modo, esso può diventare qualcosa di più di un obbligo: può diventare un piacere!
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