
di Annachiara Banzoli
MDGs e SDGs, simili nel nome e diversi nella sostanza, “fratelli” nati a 15 anni di distanza ma “figli” della stessa urgenza: un mondo in difficoltà che va aiutato, sostenuto e portato a diventare un posto migliore. Quali sono le differenze tra i primi e i secondi? Come è cambiato negli anni lo sguardo delle Nazioni Unite sul mondo? E cosa c’entra Papa Francesco in questo processo globale?
Se siete curiosi di scoprire di più su queste letture diverse - ma interconnesse - della nostra “casa comune”, non perdetevi nemmeno una riga di questo articolo.
Facciamo chiarezza: la differenza tra MDGs e SDGs
I 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDGs) contenuti nell’Agenda 2030 sono ormai arrivati al loro decimo anno di vita. Approvati dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite nel 2015, gli Obiettivi hanno consentito al mondo di adottare uno sguardo concentrato e programmatico rivolto al futuro del mondo e dell’umanità. Tale formulazione di obiettivi globali all’interno di un’agenda non è arrivata sul panorama mondiale come assoluta novità. Gli SDGs hanno infatti avuto dei “fratelli maggiori”, quelli che vengono definiti MDGs o Obiettivi di Sviluppo del Millennio.
Se quest’ultimi sono stati i principi che hanno guidato l'agire tra 2000 e 2015, gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile sono arrivati sulla scena al termine della validità dei primi e riportano quelli che dovrebbero essere gli sforzi comuni dell’umanità fino al 2030.
La differenza tra MDGs e SDGs non è però solo “anagrafica” ma più profonda, e ci mostra come nell’arco di un quindicennio la visione dell’ONU circa i problemi della terra abbia completamente cambiato prospettiva.
Una visione diversa è quella che dà dunque fondamento alla missione dell’Agenda 2030, ma qual è il concreto significato di tale affermazione?
Possiamo riassumere il passaggio cruciale in tre punti specifici:
Approccio Periferico VS Approccio Globale
Visione Settoriale VS Visione Interconnessa
Crescente attenzione all’Ambiente e alla Sostenibilità
“Sentirsi tutti coinvolti”: l’approccio globale dell’Agenda 2030
Il primo punto che differenzia il programma dei MDGs da quello degli SDGs è da riscontrare nell’attenzione agli aspetti globali che i secondi hanno rispetto ai primi. Se ,infatti, i MDGs avevano come principale focus d’azione il miglioramento delle condizioni di vita per i paesi più poveri del mondo, con l’Agenda 2030 la visione è passata da essere periferica ad essere mondiale.
L’Agenda 2030 ha messo chiaramente in luce che non si può lavorare al miglioramento di tali paesi senza prendere in considerazione le responsabilità dei paesi industrializzati e ignorando le enormi diseguaglianze interne che in essi persistono.
Per questo motivo, gli Obiettivi dell’Agenda 2030 sono e saranno raggiungibili solo attraverso un approccio globale.
Abbandonare i settori: la visione olistica dell’Agenda 2030
Altro fondamentale punto di svolta portato dall’adozione dell’Agenda 2030 riguarda la visione olistica e interconnessa con la quale gli SDGs sono stati articolati.
Se infatti i MDGs erano focalizzati soprattutto sulle dimensioni sociali ed economiche dello sviluppo, gli SDGs hanno ampliato lo sguardo riconoscendo che non è possibile raggiungere i vari obiettivi singolarmente, ma solo portandoli avanti tutti in modo integrato.
Sarebbe infatti impensabile, ad esempio, migliorare la Salute globale (SDG3) senza procedere anche a sconfiggere la povertà (SDG1).
Una nuova frontiera: la sostenibilità
Già dal nome, gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile mostrano di prestare particolare attenzione agli aspetti ambientali e della sostenibilità.
Anche i MDGs trattavano parzialmente il tema, ma agli SDGs va dato il “merito” di aver acceso i riflettori sugli aspetti relativi all’ambiente in maniera molto più centrale.
Dalla Lotta ai Cambiamenti Climatici (SDG13) all’attenzione alla vita sull’acqua e sulla terra (SDGs 14 e 15), l’Agenda 2030 fa della cura ambientale uno dei suoi aspetti principali.
La “casa comune”: l’enciclica Laudato si’ in parallelo all’Agenda 2030
E Papa Francesco? Abbiamo nominato il Pontefice in apertura di questo articolo, dichiarando che anch’egli avrebbe trovato spazio nella nostra storia.
E il momento del suo “ingresso in scena” è arrivato proprio a testimoniare i tre processi evolutivi prima richiamati e che ci hanno portato dai MDGs agli SDGs.
Come abbiamo detto, il 2015 è stato l’anno di avvio dell’Agenda 2030, l'anno di passaggio dai MDGs agli SDGs con le conseguenze prima richiamate.
Papa Francesco si inserisce proprio in quest’anno e lo fa con un’enciclica che, pubblicata nel 2015 (prima dell’approvazione dell’Agenda 2030), sembra porsi in continuità con quanto di lì a poco verrà proposto dalle Nazioni Unite.
Il testo in questione è conosciuto con il titolo di Laudato Si’ e in esso il Pontefice avvia una riflessione sul tema dello sviluppo sostenibile sottolineando l’interconnessione tra aspetti ambientali e sociali, proprio come accade nell’Agenda 2030.
Papa Francesco parla del nostro pianeta come di una “casa comune” di cui tutti, credenti e non, dovrebbero prendersi cura e nel suo testo sottolinea, proprio nello spirito di interconnessione che anima anche l’Agenda 2030, che i problemi sociali non possono essere trattati separatamente da quelli ecologici. Pur avendo altri compiti e missioni rispetto a politici e governanti, il Santo Padre non esita inoltre a trattare nel suo scritto criticità dei modelli economici che vanno a ripercuotersi sulla “casa comune”. In particolare, forte è la critica al consumismo, che si pone in linea di continuità con l’SDG12 dell’Agenda 2030.
Non è poi possibile ignorare il riferimento di Papa Francesco agli aspetti educativi. Nell’enciclica egli sottolinea la necessità di educare i giovani alla cura del “creato”, obiettivo che può essere visto in parallelo all’SDG4 dell’Agenda 2030. Papa Francesco nell’enciclica sottolinea che il bene per tutti si può raggiungere solo grazie a uno sforzo collettivo che prescinda dai confini e dalle ideologie, e l’Agenda 2030 sta spingendo nella stessa direzione, facendo in modo che tutti lavorino insieme con una visione universale.
Concludendo: un legame inaspettato e la necessità di difendere questi sforzi comuni
Si potrebbe continuare a lungo ad elencare i punti di evoluzione che ci hanno portati dai MDGs agli SDGs e ad evidenziare i contatti tra l’Agenda 2030 e l’enciclica Laudato Si’, ma è tempo di fermarsi e chiedersi in quale punto del percorso ci troviamo. Risulta infatti importante e necessario interrogarsi su quanto stia succedendo oggi nel mondo in relazione a queste tematiche.
Recentemente la nuova politica estera americana si è schierata contro gli SDGs. L'attuale amministrazione non intende sostenere le questioni di genere e ambientali così come esse vengono trattate dall'Agenda 2030.
Tale posizionamento ci pone quindi davanti a un bivio che richiede a ognuno di noi un maggior impegno nella difesa dei valori universalistici fondamentali che possono consentire di arrivare a un futuro equo e sostenibile per tutti.
Gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile e gli spunti lasciati dal Pontefice ci invitano a continuare a riflettere su noi stessi e sul nostro mondo ma soprattutto ci incoraggiano a non pensarci come singoli ma come gruppo che solo lavorando insieme e in armonia può ottenere dei risultati.
E forse proprio questo legame, che abbiamo scoperto essere inaspettato quanto forte, può insegnarci l’arte della collaborazione e della cooperazione che oggi si pongono come baluardo di speranza contro i venti di guerra e i contrasti politico-economici che mettono a rischio il futuro della nostra "Casa Comune".
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