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Il movimento 4B: qual è il futuro del femminismo?

Immagine del redattore: emmabiolchini19emmabiolchini19

Aggiornamento: 6 giorni fa



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di Emma Biolchini

Mentre nello Studio Ovale viene rafforzato l’emendamento Hyde, che vieta l’uso di fondi federali per l’interruzione volontaria di gravidanza, come forma di protesta si diffonde tra le donne americane il movimento 4B.

Il Movimento 4B nasce nel 2018, in Corea del Sud, dopo la creazione e diffusione della piattaforma misogina “Ilbe Storehouse”, e la nascita di diverse campagne opposte alla violenza di genere, come il movimento #MeToo e #Mylifeisnotyourporn.


Cos'è il movimento 4B?


Il messaggio di questo movimento può essere riassunto in quattro punti:


  1. BICHULSAN, “no alla maternità”

  2. BIHON, “no al matrimonio eterosessuale”

  3. BIYEONAE, “no agli appuntamenti con uomini”

  4. BISEKSEU, “no alle relazioni sessuali eterosessuali”


Tutti e quattro i principi portanti iniziano con il suffisso “BI”, che in coreano significa “No”: lo scopo di questa organizzazione è quello di destrutturare la cultura e società patriarcale in cui ancora viviamo, e combattere le politiche a sostegno della natalità imposte in Corea del Sud, che vedono i corpi delle donne come semplici strumenti di riproduzione. Inoltre, le femministe che aderiscono a questo movimento vogliono combattere gli stereotipi della società conservatrice, specialmente riguardo la cura dei/lle figli/e e il ruolo della donna all’interno della famiglia. Altro punto cardine è il rifiuto degli standard di bellezza presenti in Corea del Sud, associati alla società patriarcale e consumista.


Come e perché il movimento 4B è arrivato negli Stati Uniti?


Negli ultimi mesi il movimento è tornato al centro del dibattito sociale e culturale, specialmente sulla piattaforma di Tik Tok: In diversi video, giovani donne illustrano le motivazioni personali che le hanno portate a compiere questa scelta, e come tale movimento sia secondo loro l’unico modo tramite cui si può arrivare all’uguaglianza tra i generi. In alcuni casi, le partecipanti al movimento 4B hanno pubblicato contenuti in cui si rasavano la testa, così da risultare ‘meno attraenti per gli uomini’ (video di Maria Barbieri, @girl_dumphim, ora eliminato).

Tutto ciò anche in risposta alle posizioni del Presidente Donald Trump, poco rispettose dei diritti delle donne e contrarie all’interruzione volontaria di gravidanza*.


A detta di chi aderisce al 4B movement, attraverso il rifiuto di una gravidanza, gli uomini potranno capire l’importanza della donna nella società (dal punto di vista lavorativo e sociale) e inizieranno a trattarle come loro pari. È da evidenziare il fatto che in Corea del Sud le donne sono pagate, in media, un terzo in meno rispetto agli uomini.


Mentre in Europa questo movimento può sembrare rivoluzionario, un articolo del 10 novembre del New York Times lo etichetta come una ‘strategia perdente”.


Negli ultimi anni donne da diverse parti del mondo hanno cercato di usare questo tipo di protesta per arrivare alla parità di genere, ma ci sono poi pochissimi dati sull’effettivo funzionamento di tali azioni. In realtà, in passato ci sono stati anche dei casi che hanno contribuito a cambiare notevolmente i discorsi sulla parità di genere, un esempio è dato dal cosiddetto "giorno libero delle donne" in Islanda. L'evento del 24 ottobre 1975, infatti, portò all'approvazione da parte del parlamento islandese della prima legge per la garanzia dell'uguaglianza dei diritti tra donne e uomini del paese, ma ebbe risvolti anche a livello mondiale, dalla Polonia alla Francia fino allo sciopero del sesso in Kenya nel 2009.


Quale sarà il futuro del femminismo?


Alla luce di tutto ciò, sorge spontanea una domanda: come si evolverà ancora il femminismo?


Il termine, coniato nell'Ottocento e usato per indicare il movimento per l’emancipazione delle donne nato proprio in quel periodo, è in continua evoluzione così come il femminismo stesso. Infatti, può essere suddiviso in 4 fasi, dette anche “ondate”, corrispondenti a differenti periodi storici e donne di tutte le età pronte a rivendicare i propri diritti.

Una prima ondata femminista si concentrò principalmente sulla lotta per i diritti civili e politici delle donne, in particolare il diritto di voto. La seconda ondata (anni '60 - '80) si concentrò su un ampio spettro di questioni relative alla disuguaglianza di genere, tra cui i diritti riproduttivi, la parità sul lavoro, la critica ai ruoli di genere tradizionali e la violenza domestica. Le femministe di questa ondata rivendicarono il diritto all’aborto, alla contraccezione, e il diritto all'uguaglianza sul lavoro e nell'istruzione. La terza ondata femminista (anni '90 - 2000) si caratterizzò per una maggiore diversità e inclusività, cercando di affrontare le disuguaglianze di genere in modo che tenessero conto di razza, classe sociale, sessualità e identità. Si oppose alle visioni universalistiche della seconda ondata, sottolineando le esperienze particolari di donne di colore, lesbiche, e donne provenienti da contesti sociali ed economici diversi.

Infine l'ondata che stiamo attraversando (dal 2010 ad oggi), caratterizzata dall'uso di internet e dei social media per diffondere il messaggio femminista e per denunciare la violenza di genere, il sessismo e le disuguaglianze. Movimenti come #MeToo e Time's Up hanno preso piede, mettendo sotto i riflettori temi come le molestie sessuali e la cultura dello stupro. Questa ondata pone un forte accento sull'inclusività e sulla lotta per i diritti delle persone transgender e non binarie, oltre che per le donne di colore, migranti e le donne provenienti da contesti marginalizzati. Si concentra anche sulla necessità di una visione globale della parità di genere, includendo le lotte femministe in tutto il mondo.


Risulta quindi chiaro come il nuovo movimento coreano 4B si inserisca perfettamente in questa ultima fase, ma avrà effettivamente un seguito e un risvolto pratico al di fuori dei trend di Tik Tok? Noi ci auguriamo di sì, d'altronde ogni ondata del femminismo ha avuto obiettivi e metodologie diverse, ma tutte hanno comunque contribuito a promuovere il cambiamento sociale e a rafforzare la lotta per i diritti delle donne.



*Nella sua prima settimana del secondo mandato come presidente, Donald Trump ha reintrodotto la cosiddetta ‘Global Gag Rule’, una politica attuata per ridurre l’accesso all’interruzione volontaria di gravidanza. Nello specifico, essa vieta alle organizzazioni non governative (ONG) straniere che ricevono assistenza sanitaria dagli Stati Uniti di fornire servizi o rinvii legali per la pratica in questione. La politica consente l'accesso all'interruzione volontaria di gravidanza solo in caso di stupro, incesto o quando la vita di una donna è a rischio.



Fonti:



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